Cara Marissa,
Ho pensato molto a come avrei potuto cominciare questa lettera. Avevo e ho ancora il terrore di risultare banale e scontato, anche se tu sai bene che non siamo mai stati banali e scontati, né io né te.
Ho dovuto far passare un anno intero per trovare il coraggio di mettermi qui e prendere in mano carta e penna, per provare a scrivere ciò che sento, ciò che ancora non riesco a esternare. La verità è che mi manchi, Marissa. Mi manchi ogni giorno di più. Hai lasciato nella mia vita un vuoto incolmabile e ancora adesso, se mi lascio andare ai ricordi, le lacrime escono fuori da sole dai miei occhi, senza che io faccia o dica nulla. Non c’è verso di fermarle, lo giuro.
Però devo ammettere che ho fatto un bel po’ di miglioramenti, in quest’ultimo anno. Sono successe così tante cose… E devi credermi se ti dico che nemmeno io ci credevo, finché non le ho viste accadere, proprio di fronte ai miei occhi, e allora tutto è diventato inequivocabile.
Sai cosa mi ha spinto a scriverti questa lettera? La tua. Me ne hai scritto una quando avevi deciso di partire, te lo ricordi? Lo so, avrei dovuto riceverla prima, o ancora meglio, avresti dovuto darmela tu, quando ancora potevi guardarmi negli occhi e sorridere, come solo tu sai fare. Ma questo non è stato possibile. Ciò che conta però, in fondo, è che io l’abbia ricevuta.
Ciò che hai scritto allora era giusto, non dovresti recriminarti niente, neanche una parola. Il nostro amore era forte e intenso, forse a volte disfunzionale, e non sempre facile da gestire, ma forte. L’unico problema stava nel perdere noi stessi, spesso, in questo nostro sentimento travolgente.
Non pensare neanche per un istante che io non ti abbia amato davvero, Marissa. Io ti ho amata, tantissimo, e ti amo ancora oggi, anche se tu non sei più con me. Allora dicesti che avremmo dovuto chiudere, nonostante ci amassimo da morire, e adesso, a un anno di distanza, dopo tutto ciò che ho passato, mi rendo conto che era senza dubbio la scelta più giusta.
Abbiamo provato spesso a essere amici, ma ce l’hanno detto tutti che non ce l’avremmo mai fatta. “Ryan e Marissa? Amici mai!”. Anche questa è stata una grande verità, che però sono riuscito a capire solo dopo, solo quando sono riuscito ad accettare ciò che ti è successo.
Mi sono sentito a lungo in colpa per il tuo incidente, cara Marissa. Se non avessi aiutato Volchok a rubare quella macchina, non avremmo dovuto aiutarlo a trovare i soldi perché se ne andasse, perché ci lasciasse in pace. Se avessimo aspettato di sentire cosa voleva dirti, poi, forse non ci avrebbe inseguito con la macchina, non ci sarebbe venuto addosso… Non ci sarebbe successo niente, e tu saresti ancora qui. Saresti ancora accanto a me.
La vita, però, ha avuto ben altri piani. Tutti noi abbiamo sofferto, io e tua madre probabilmente più di chiunque altro. Non riesco a spiegare il dolore che ho provato quando ti ho visto esalare l’ultimo respiro, quando ho capito che non volevi che cercassi aiuto, anche se sarebbe stata la cosa più giusta.
La cosa in realtà è andata in peggiorando. Il mio dolore non è sparito, ma si è trasformato in una terribile sete di vendetta. Non appena te ne sei andata, Marissa, sono tornato il Ryan di una volta. Quel Ryan che non si faceva scrupoli a mettere le mani addosso a qualcuno. Mi sono dato ai combattimenti, e ho collaborato con tua madre per rintracciare Volchok. Lo so, tu non l’avresti voluto, ma in quel momento non ragionavo affatto. Ero totalmente fuori di me.
Ci è voluta tutta la pazienza dei Cohen, la loro costanza, la loro perseveranza, per farmi tornare sulla retta via. Sai bene quanto l’incontro con loro mi abbia cambiato la vita, e quanto l’abbia fatto anche l’incontro con te. Se sono diventato una persona migliore, è perché ti ho conosciuta, e mi sono reso conto che meritavi di essere amata, incondizionatamente e senza bugie intorno a te.
In quest’ultimo anno, tra l’altro, sono cambiate molte cose. La mia vita ha preso quella svolta inaspettata, che a lungo avevo rimandato per paura di affrontarla: mi sono iscritto a Berkeley. Lo so, lo so, anche per me è strano anche solo pensare una cosa del genere! Soprattutto perché avevamo programmato di andarci insieme, ricordi? Mi sto avvicinando sempre di più al mio sogno, quello di poter diventare effettivamente un ingegnere edile. Dopotutto, le ore passate a lavorare in cantiere dovranno pur dare il loro frutto, a un certo punto… O no?
Se mi vedessi adesso, Marissa, probabilmente penseresti che sono davvero cambiato, più di quanto io non abbia mai fatto. Ricordi quando dicevamo che le persone non potevano cambiare, e che non c’era nessuna possibilità? Se proprio devo dirtela tutta, mi sono ricreduto su questo aspetto.
Prima di tutto, per ciò che riguarda tua madre. Tu conosci Julie Cooper meglio di me, e ti sarai certamente già resa conto che non sempre è una delle persone più facili con cui si può avere a che fare. Ciò che però non sai è quanto sia migliorata, quanto abbia voluto diventare una persona migliore. E, in tutta onestà, sono convinto che l’abbia fatto anche per merito tuo.
Che tu ci creda o no, tua madre ha deciso di iscriversi all’università. Ha deciso di completare quel percorso che non è mai riuscita a portare a termine, e stando a quello che ogni tanto mi dice tua sorella Kaitlin, sembra essere la più brava della classe. Una mossa un po’ inaspettata per Julie Cooper, ma a occhio e croce direi che è una delle migliori che ha avuto per molto tempo. Ha deciso che può farcela con le sue forze, e se ha anche solo la metà della forza d’animo che avevi tu, siamo già sulla buona strada.
Anche tua sorella Kaitlin è migliorata. Si sta impegnando davvero nello studio, come non avrei mai pensato di vederla fare. Te la ricordi anche tu, no? Ai tempi del collegio ne aveva combinate parecchie; ora però sembra stare fuori dai guai, ed è un vero sollievo.
Sai, anche tua madre è stata malissimo, dopo la tua morte. Voleva ottenere vendetta per te, tanto quanto volevo io. In realtà io Volchok l’avevo anche trovato, ma nel momento in cui mi sono trovato davanti a lui mi sono reso conto che stava già soffrendo, che già si sentiva terribilmente in colpa per tutto ciò che era successo e per quello che ti aveva fatto passare. Perciò, convivere con il senso di colpa mi è sembrata una punizione più che giusta, per una persona del genere.
C’è però qualcun altro che ha sofferto per ciò che ti è successo. Una persona che ti ha voluto bene quasi come se fosse una di famiglia, anzi, praticamente come una sorella. Summer, la tua migliore amica, ha avuto davvero un brutto periodo, prima di poter accettare che tu non c’eri più, che non avrebbe più potuto vederti o parlare con te. Le cinque fasi del lutto sono state per lei la cosa più complicata da affrontare.
Ha spaventato tutti, compreso Seth.
Ciò che l’ha aiutata davvero, però, è stato cambiare le sue prospettive e le sue priorità. Arrivata all’università ha conosciuto un gruppo di giovani ambientalisti, e per sentirsi diversa si è tuffata a capofitto nella loro causa. Le manchi Marissa, le manchi da morire. È stata una fortuna per lei avere accanto Seth, che ha saputo sostenerla e aiutarla a trovare la vera sé stessa. Direi che tutti ci siamo resi conto che le cose cambiano in continuazione, e ci sono aspetti di noi che ancora non conosciamo. Summer è stata la prima ad accorgersene in prima persona.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Anzi, in realtà la nuova vita ha portato a Summer parecchie gioie. L’ultima novità è il fatto che sposerà Seth. Si si, hai proprio capito bene! I nostri amici hanno finalmente realizzato il loro sogno d’amore. Io ne ero certo, sono sempre stati la coppia del secolo, ed era solo questione di tempo perché il loro amore li portasse a vivere una vita felice insieme.
L’intera famiglia Cohen, poi, ha fatto un cambiamento radicale. Kirsten ha avuto un altro figlio, una bimba in realtà, perciò io e Seth ora abbiamo anche una sorella. Sandy ha deciso di riprendere la sua professione da un altro punto di vista, e si è dato all’insegnamento. Ora è un docente di giurisprudenza all’università di Berkeley, si è trasferito qui con Kirsten e la piccola. Li vedo molto spesso, quindi, a differenza di Seth, che studia a Rhode Island.
Ho voluto renderti partecipe della mia vita ora, Marissa, perché anche se tu non sei con me, se non puoi essere con me fisicamente, voglio dire, per me è come se tu ci fossi. Sei sempre presente, nei miei pensieri, nei miei gesti, in ogni cosa.
Tu ci sei. Ci sarai sempre. Ma so che devo andare avanti, che è giusto così. E forse questa mia lettera è il modo migliore per mettere la parola fine, per lasciarti andare una volta per tutte. Per togliere da me tutto il dolore che ho accumulato con la tua perdita. So che non smetterò mai di amarti, non del tutto, ma so che sarò una persona più serena e felice quando riuscirò a voltare pagina.
Non ti dimenticherò mai, Marissa. Sarebbe un’impresa impossibile, perciò non ci proverò nemmeno. Non dimenticherò il tuo sorriso la prima volta che ti ho incontrato, o le parole che mi hai detto. Non dimenticherò la prima volta che mi hai detto ‘ti amo’, e tutta la corsa che ho fatto per potertelo dire giusto in tempo, prima della mezzanotte.
Non dimenticherò nemmeno le nostre follie, come quella serata in cui siamo rimasti chiusi nel centro commerciale. E non dimenticherò nemmeno tutto ciò che ci ha fatto soffrire ma che, allo stesso tempo, ci ha reso più forti. Non posso scordare ciò che è successo con Trey, con Volchok, con Oliver o anche con Johnny. Ho accettato tutto questo, e sono riuscito a prenderne le giuste esperienze, lasciando tutto il resto alle spalle.
Tu però non resterai alle mie spalle, Marissa. Sarai sempre una costante nella mia vita, e l’amore che provo per te sarà sempre forte. In fondo, sei stata davvero la prima.
Ora però siamo arrivati al momento dei saluti. Marissa Cooper, sei stata la ragazza che mi ha cambiato la vita, e per questo ti sarò grato in eterno. Sono migliore grazie a te, e ti ho amato come non avevo mai amato nessuno.