E’ difficile spiegarlo a chi non lo ha vissuto, ma oggi più che mai bisogna ammettere che i tempi sono assai cambiati.
A cavallo tra gli anni 90 e i primi anni 2000 esistevano comitive in tutta Italia che si vedevano su un muretto senza neanche il bisogno di doversi chiamare. Possiamo dire che i nati negli anni 80/90 sono l’ultima generazione cresciuta “Per strada”. Già, potremmo chiamarla così. E non perché fossero abbandonati a chissà quale destino, ma semplicemente perché dedicavano del tempo a vivere invece che a condividere. I ragazzini in quegli anni passavano ore e ore a giocare nelle ville o nei parchetti. Oggi invece si vedono ragazzi totalmente immersi negli schermi degli Smartphone o dei Videogiochi e alcuni si arricchiscono già a 12/13 anni facendo migliaia e migliaia di Followers.
Ora non vogliamo essere come coloro che ricorrono a frasi tipo: “Eh! Ai miei tempi si andava sotto casa delle ragazze con in mano una rosa” Però dobbiamo essere oggettivi. Questo progresso tecnologico che ha sicuramente rivoluzionato il mondo, ha creato una generazione di ragazzi che a 10 anni sa fare col Pc cose incredibili. Ma ogni cosa ha un prezzo e purtroppo crediamo che questo progresso abbia tolto ai giovanissimi alcuni valori e delle esperienze che non potranno mai recuperare.
Abbiamo un universo di baby influencer con migliaia di followers e che conoscono poi realmente 3-4 persone. Oppure videogiocatori che passano giornate insieme senza neanche sapere come sia il volto del proprio compagno. Sono cose che abbiamo incontrato tutti e in cui ci siamo dentro e non diciamo che siano sbagliate. Ma i nati negli anni 80/90 che sono l’ultima generazione cresciuta “Per strada” può dire di avere un termine di paragone ben definito su cosa è la vita reale e quella virtuale.
Oggi questo confine non esiste più e non è semplice neanche spiegarlo. Perciò teniamoci uno smartphone in mano con le sue chat, stories, reel, follower, musica trap, tiktok e via dicendo.
Ma non dimentichiamoci mai le ginocchia sbucciate al parchetto, le comitive, gli scherzi, le foto col rullino, i nascondini in piazza e tante ma tante altre cavolate che si facevano da ragazzini e che poi forse in fondo così cavolate non erano.